Sempre più turisti, curiosi ed eno-appassionati si avvicinano alle cantine, desiderosi di fare un’esperienza diversa dal comune e di scoprire un nuovo tipo di accoglienza.
Gli enoturisti sono un segmento in crescita, soprattutto nelle regioni d’Italia, come Toscana e Piemonte, in cui l’offerta è più strutturata e in cui la qualità del servizio è elevata: nelle cantine predisposte all’accoglienza, il turista ha la possibilità di effettuare attività legate al vino, quali visite in cantina e nelle tenute vitivinicole, conoscere e acquistare i prodotti direttamente sul luogo di produzione, immergersi totalmente nella realtà agricola e imprenditoriale e fare esperienza diretta del territorio e della sua cultura. L’enoturista rappresenta un target specifico, caratterizzato da connotati propri: ha una discreta conoscenza del prodotto vino, un’età media di quaranta anni circa, titolo di studio e reddito medio-alti, è un viaggiatore indipendente (prenota soprattutto sul web) e viaggia per lo più in compagnia, con una spesa media giornaliera che si aggira tra i 150 e i 200€ (con picchi non isolati di 500€); ha, di contro, alte aspettative su servizi e standard di qualità. L’enoturista viaggia soprattutto in primavera e in autunno (soprattutto per la vendemmia), ma in buona parte anche in estate nelle località di mare, favorendo una buona destagionalizzazione; la durata media del suo soggiorno è 2,5 giorni.[1]
A che punto è la domanda e qual è il potenziale del business dell’ospitalità in cantina? Dall’analisi dei trend, si evidenzia come tra i fattori determinanti al momento della scelta della destinazione per i viaggi leisure, subito dopo il prezzo, appare la correlazione tra l’offerta di attività o esperienze e gli interessi personali del viaggiatore. Essendo dunque in crescita l’interesse per il vino e l’enogastronomia, si può facilmente comprendere il potenziale di un’offerta turistica di ospitalità in cantina e di attività legate al vino.
I trend positivi legati a Slow Food e alla filiera corta favoriscono di certo lo sviluppo dell’enoturismo, inteso per lo più come turismo di prossimità. Cresce il consumo critico e l’attenzione a temi quali nutrizione sana, sostenibilità, ambiente, rapporto diretto con il produttore, consapevolezza, che ben si sposano con la cultura del vino e con l’accoglienza in cantina.
Anche i social offrono ottimi spunti per riflettere sulla crescita dell’interesse nei confronti dell’enoturismo. Tra gli argomenti più popolari su Pinterest (il social network dedicato alla condivisione di immagini) oltre alla moda, il design e simili, ci sono sicuramente il cibo e il vino: i vigneti e l’enoturismo sono al terzo posto tra gli interessi degli utenti di Pinterest; si moltiplicano le “bacheche” dedicate al vino, con bottiglie, etichette, vigneti, eventi, cantine ed esperienze legate al mondo del vino.
Su Twitter, tra i social più utilizzati, sono tre in particolare i temi più twittati: le caratteristiche del vino, il turismo enogastronomico e la politica agricola; questo emerge da un’analisi di “Social Meter” by Maxfone che ha monitorato i tweet ufficiali di portali e blog italiani più seguiti dal 10 aprile al 13 maggio 2015. Il risultato è che dei 1047 “unique tag” utilizzati, tra i più frequenti vi sono stati #vino e #wine. In totale, oltre 3.204 i twett “di settore”, con 1.029 utenti unici, per lo più italiano, statunitensi e spagnoli. Quali sono i temi più twittati per l’enoturismo? Cantine (30%), arte (27,8%) e food (21,7%).[2]
Comprendendo l’enorme seguito del tema vino sui social, Daniele Cirsone, sommelier e collaboratore del Movimento Tursimo Vino, ha ideato un social network specifico, Movinclick, interamente dedicato al mondo del vino e ancora in versione Beta, che si rivolge a tutti gli stakeholders del vino (dai produttori, agli appassionati, dagli chef ai blogger) e consente un confronto diretto e soprattutto con un pubblico non generico, ma esclusivamente interessato al vino.
Per chi sceglie di fare ospitalità, sul fronte della distribuzione, il web offre canali di vendita online di nicchia anche per il target specifico rappresentato dall’enoturista, pertanto, per le cantine che decidono di aprirsi all’accoglienza è opportuno verificare i portali in linea con la propria offerta e con le proprie strategie commerciali e valutarne l’affiliazione, sulla base da una parte dei costi di intermediazione (quota di affiliazione e % di commissioni) e dall’altra dei benefici in termini di visibilità, adeguata distribuzione e aumento del revenue. Sul versante dell’intermediazione offline, la rete di distribuzione è ancora in fase di sviluppo e risulta non sufficientemente adeguata all’offerta e soprattutto alla domanda, e non esiste ancora un grado di “maturità” del network degli operatori sull’ospitalità in cantina; spesso i pacchetti enoturistici scaturiscono più da proposte individuali di guide, enologi e distributori delle singole etichette, che propongono l’esperienza in cantina a margine di attività come degustazioni, wine tours e simili.
L’Italia e la Sicilia hanno un vantaggio competitivo nell’enogastronomia. In Sicilia e nelle isole minori, nonostante le cantine siano molto sviluppate, l’offerta legata all’accoglienza è ancora indietro rispetto a regioni come la Toscana e il Piemonte; il potenziale di crescita residuo è notevole, sebbene per diventare destinazione enoturistica a tutti gli effetti, la Sicilia necessiti di adeguarsi agli standard di accoglienza delle altre regioni. La scarsa capacità di fare rete e le azioni limitate di destination management fanno sì che la Sicilia non si possa ancora definire una destinazione matura in tal senso; nonostante questi limiti nella strutturazione dell’offerta, l’attenzione verso l’enogastronomia si è tradotta in imprese di valore e aziende sinonimo di qualità ed eccellenza a livello mondiale, che per adeguarsi alle alte aspettative della domanda e sopravvivere alla crescente concorrenza, hanno l’obbligo di innovare, garantire un livello alto di qualità e standard di servizio elevati, preservare l’autenticità evitando un’eccessiva standardizzazione, ma allo stesso tempo garantire professionalità, alta formazione del personale e una gestione che non può essere improvvisata e familiare, ma deve essere di tipo aziendale.
[1] “Indagine quali-quantitativa: IL VOLTO DELL’ENOTURISTA OGGI…” Movimento turismo del vino URL http://www.movimentoturismovino.it/it/news/nazionali/0/0/466/indagine-quali-auantitativa-il-volto-dell-enoturista-oggi/
[2] Blog Winenews.it, 18 maggio 2015 URL http://www.winenews.it/news/38852/caratteristiche-del-vino-politica-agricola-tra-leggi-e-mercato-ed-enoturismo-i-temi-di-bacco-pi-chiacchierati-su-twitter-in-italia-a-dirlo-unanalisi-di-social-meter-sugli-account-dei-blog-e-portali-pi-seguiti-del-belpaese-con-winenews-n-1