Dopo la bozza di legge di cui si è parlato a giugno, il parlamento francese ha approvato la Legge Macron, che sancisce definitivamente l’abolizione dell’obbligo della parity rate per le strutture ricettive, rispetto agli intermediari online e offline.
Dal 10 luglio gli hotel in Francia possono liberamente offrire tariffe più basse sul loro sito ufficiale e sui loro canali di vendita diretta, rispetto a quelle garantite alle OTA. Un comunicato stampa dell’HOTREC afferma: “Con questa decisione gli albergatori francesi si riappropriano della loro libertà imprenditoriale e saranno in grado di offrire ai loro clienti qualunque accordo o tariffa vantaggiosa che considerino appropriata.”
La questione della parity è da tempo un argomento molto discusso e in Germania, a gennaio, una mozione contro HRS aveva fatto muovere i primi passi nella direzione presa dalla Francia, che però con a luglio è andata oltre, approvando addirittura una legge nazionale.
L’obbligo della parity è stato ritenuto un limite alla libertà imprenditoriale degli hotel e alla concorrenza, a danno anche dello stesso consumatore. Adesso, non soltanto le strutture ricettive sono libere di vendere con tariffe più basse tramite i canali diretti, ma le OTA non potranno distribuire tariffe inferiori a quelle comunicate dall’hotel; in questo modo le strutture ricettive torneranno a controllare pienamente le regole della loro stessa distribuzione.
Come hanno reagito le OTA? Ad aprile Booking.com e Expedia si erano adeguate (leggi qui), annunciando un cambio delle politiche sulla parity rate e “l’assunzione di nuovi impegni in Europa”. A seguito di questa decisione, i vertici di Booking.com hanno affermato che esiste il rischio di una guerra dei prezzi, in cui gli hotel indipendenti non saranno in grado di competere con le grandi catene e i motori di ricerca, con effetti negativi per l’intero comparto turistico in Francia.