Google Hotels Finder lancia l’Instant Booking entrando nel Travel business.

hotelfinderÈ ancora in versione Beta e limitato al Nord America, ma quando si tratta di Google ogni novità ha grande risonanza, poiché facilmente se ne comprende l’impatto potenziale: il colosso di Mountain View a luglio ha annunciato che gli utenti potranno prenotare il loro soggiorno in hotel direttamente dal metasearch, che in questo modo entra in competizione con le grandi OTA, con Tripconnect (l’Instant Booking di Tripadvisor) e ovviamente con gli stessi hotel.

La rivoluzione si basa sui vantaggi che Google ha rispetto ai suoi competitors:

  1. Gli strumenti da cui gli utenti possono accedere alla lista di hotel sono numerosi: Maps, Hotels Finder, Google Search, Google+;
  2. Google Wallet consente il pagamento diretto senza dover inserire i dati della carta di credito;
  3. Google Ads è stato finora scelto da molti hotel, seguendo la logica del pay per click; da oggi il programma consente di pagare gli annunci sulla base delle conversioni, ovvero non il semplice click ma la commissione sulle prenotazioni andate a buon fine direttamente tramite Google;
  4. La quantità di ricerche da mobile tramite Google faciliterà il compito a chi vuole prenotare una camera, che potrà farlo direttamente dai risultati di ricerca e non avrà necessità di scaricare una app apposita o di navigare ulteriormente sul web.

Gli utenti che cercano un hotel in cui soggiornare non avranno più bisogno di perdersi in numerosi passaggi e approdare sul sito della struttura, ma potranno prenotare direttamente dal metasearch. La scheda di prenotazione fornisce inoltre recensioni di Google, mappa interattiva con indicazioni e tutte le informazioni inserite sulla pagina business dell’hotel. È facile inoltre immaginare che potrà agevolmente interfacciarsi con Google Now, in cui l’utente ha disposizione altre informazioni come l’operativo voli, il calendario, il meteo etc.

La fase di sperimentazione in cui attualmente si trova questa funzione garantisce innovazioni e sorprese, per le quali di certo Google non deve imparare da nessuno.