Già dalla fine degli anni ’90 parlavamo di BOTs senza nemmeno saperlo: ricordate “Clippy”, la graffetta di Office sempre pronta a dare consigli (anche quando nessuno glieli chiedeva)? Lei era un BOT. Abbreviazione della parola Robot, il BOT è un programma informatico che permette di svolgere operazioni automaticamente, attraverso l’interazione e i principali dispositivi utilizzati dalle persone. Versioni più recenti di BOTs sono Siri (per la Apple) e Cortona (per la Microsoft), assistenti personali a tutti noti e con cui è possibile interagire attraverso comandi vocali.
“I BOTs saranno le App del futuro” ha affermato Satya Nadella, il CEO della Microsoft, durante l’edizione 2016 di Build, conferenza di sviluppatori Microsoft, svoltasi a San Francisco a marzo 2016.
Il 2017 si preannuncia essere l’anno dei ChatBOTs, che interagiscono con gli utenti per mezzo di programmi di messaggistica istantanea. Qualcosa nelle abitudini degli utenti sta cambiando e le applicazioni per mandare messaggi hanno sorpassato di gran lunga l’utilizzo dei Social: in tutto il mondo ormai le applicazioni che in principio servivano per scambiare unicamente messaggi, adesso vengono utilizzate per scegliere prodotti da acquistare, per seguire brand, per reperire informazioni e per guardare contenuti – come è emerso da un recentissimo rapporto della BI Intelligence. Grazie, appunto, all’applicazione di meccanismi di Intelligenza Artificiale è possibile creare interazioni simil-umane attraverso le interfacce di chat. Per gli utenti sarà facilissimo, perché si ritroveranno ad applicare comportamenti già noti.
Altrettanto facile sarà installazione: l’algoritmo che gestisce il servizio si scrive una sola volta all’interno dell’ecosistema dell’applicazione host, creando così una “applicazione nell’applicazione” e potendo accedere, sin da subito e senza difficoltà, ai bacini di utenza di queste ultime.
I BOTs che possono essere utilizzati attraverso la chat di Facebook Messenger sono disponibili simultaneamente ed istantaneamente per tutti i sistemi operativo (iOS, Android e Windows Mobile) e sono alla portata dei 900 milioni di iscritti al social più famoso del mondo.
Come funzionano?
1. gli utenti fanno domande (in linguaggio naturale) direttamente dalla chat di Facebook
2. il BOT, grazie al suo ricco dizionario, comprende la domanda e fornisce la migliore risposta
3. il cliente riceve una risposta coerente e adeguata, in tempo reale
Ed è proprio quest’ultimo punto la chiave di volta: la rapidità della risposta rappresenta punto di forza e volano di efficienza dello strumento stesso. Infatti spesso un ritardo eccessivo della risposta viene visto come una criticità da parte dell’utente.
A man forte di quanto detto, una recente ricerca, svolta nel 2016 da My Clever Agency ha decretato che i BOTs sono il canale prediletto dall’84,6% degli utenti, secondo solo al confronto umano face-to-face e si prevede che entro il 2019 il 65% della popolazione mondiale userà almeno un servizio di messaggistica per porre domande o acquistare prodotti. Basti pensare che solo Facebook oggi offre più di 11.000 ChatBOTs, con cui è possibile ordinare fiori, controllare il tempo o prenotare una macchina con Uber.