DESTINATION: IL MARKETING NELLE MANI DEI PADRONI DI CASA

Destination_Da cosa dipende l’esperienza del turista, se non prima di tutto dalla destinazione? Una sistemazione ideale, la qualità dei servizi offerti dall’hotel scelto e un’accoglienza calorosa determinano la reputazione di una struttura ricettiva, ma è impossibile ignorare l’aspetto “destinazione” nella buona riuscita o meno di un’esperienza di viaggio. In altre parole, la destinazione ha una sua reputazione a sé stante ed è quindi fondamentale che l’offerta (tutta!) sappia fare marketing della destinazione, per determinare flussi turistici, fidelizzazione, reputazione, e sì, anche revenue di un determinato territorio.

La destinazione turistica va vista come il contesto in cui si concretizzano tutti i bisogni e i desideri dei potenziali turisti, e dunque la loro eventuale soddisfazione. Il Destination Management deve comprendere anzitutto cosa pensa un turista quando progetta un viaggio, quali sono i suoi bisogni e desideri durante le varie fasi del customer journey, e che percezione ha il turista della destinazione. Quali sono dunque le sue aspettative e come possono essere soddisfatte? In questo oggi sono di grande aiuto i Big Data, che permettono di comprendere cosa cerca un viaggiatore sul web e da quali elementi è composto il suo prototipo di viaggio.

Il mercato turistico si è ovviamente evoluto ed è cambiata la stessa definizione di prodotto turistico e la sua commercializzazione. L’evolversi del concetto di analisi della domanda ha portato a una maggiore attenzione ai bisogni del cliente e alla possibilità di anticiparne desideri e di trovare così nuove opportunità di mercato. Chi si occupa di Destination Management deve accertarsi, prima di tutto, che esista il giusto contesto sociale ed economico affinché si possa fare turismo. È per questo necessaria una figura autorevole e “centralizzata” che possa, non avere il controllo sulle attività del territorio, ma piuttosto raffigurare il trinomio di esperienza, oggettività e autonomia tale da indicare ai soggetti privati la giusta strategia di sviluppo: il Destination Management deve mantenere una posizione super partes. Indispensabile poi l’iniziativa privata e il networking tra gli attori economici e culturali presenti sulla destinazione.

Cosa prevede il destination management? Dopo aver definito il prodotto Territorio, averne compreso i punti di forza e debolezza, i competitors in termini di altre destinazioni simili (sotto vari punti di vista), le strategie da attuare sul breve e lungo termine, insomma dopo aver creato un vero e proprio piano di marketing della Destinazione, occorre agire e intraprendere una valorizzazione e promozione dei suoi assets: questo implica la tutela delle risorse (anche e soprattutto ambientali), lo sviluppo della rete rappresentata dai vari attori dell’offerta (strutture ricettive, ristoranti, trasporti, fornitori di servizi, etc.), il finanziamento di iniziative che stimolino l’economia locale, la spinta per nuovi e efficaci collegamenti, la promozione e distribuzione del prodotto “Destinazione” (tramite la partecipazione a fiere ed eventi e le giuste strategie di marketing), l’offerta di nuovi servizi e il monitoraggio di quelli esistenti, la formazione degli operatori.

Non basta quindi che un territorio sia bello, ricco di monumenti e luoghi di interesse, che si mangi bene e che la gente sia accogliente: il successo di una destinazione non è innato né eterno, ma è il risultato di un lavoro di strategie e sinergie che rendano attrattivo e unico agli occhi del turista il prodotto Destinazione.