MICE: recessione? No grazie.

E’ a Roma nel lontano1681 che ha inizio la storia dei congressi, con l’organizzazione di un congresso internazionale di medicina della durata di 3 mesi, dal 10 marzo all’8 giugno dello stesso anno. Tuttavia, soltanto nella seconda metà del 1800 i congressi divennero delle manifestazioni organizzate con ritmo regolare, pur essendo frutto di iniziative individuali. Si dovrà aspettare la seconda metà del XX secolo perché il fenomeno assuma le caratteristiche che conosciamo oggi.

Nel 2011, degli 83 milioni e 504 mila viaggi complessivamente effettuati dagli italiani, 10 milioni e 947 mila rientrano nella categoria dei viaggi d’affari.

Sebbene anche questo mercato mostri una flessione rispetto all’anno precedente, risulta essere sempre una buona fonte di guadagno per gli operatori del turismo. Le soluzioni di alloggio, infatti, sono quasi esclusivamente di tipo alberghiero e le ragioni del viaggio, dipendendo da obblighi professionali, fanno sì che la domanda non soffra di forti recessioni, anche in periodi di crisi. La scomposizione dei dati per trimestri conferma il forte carattere destagionalizzante del fenomeno che vede una concentrazione maggiore di viaggi nei mesi primaverili ed invernali (circa l’86%). La destinazione maggiormente scelta dai business traveller resta l’Italia, che attira circa il 78% dei viaggi totali.

Cosa accade in Sicilia? I dati più recenti sono stati presentati nel marzo di quest’anno dal Sicilia convention Bureau che con il suo primo osservatorio congressuale siciliano, ha fatto il punto della situazione del mercato MICE nell’isola.

L’indagine ha rilevato che del totale degli eventi  censiti nel 2011, ben l’86% si è svolto nelle tre principali città siciliane, Messina, Catania e Palermo ed ha per lo più committenza italiana, con prevalenza dei settori medico/scientifico, grande distribuzione e sportivo. I dati mostrano inoltre che l’Isola ospita prevalentemente eventi corporate (83,2%), e solo in minor misura quelli associativi (16,8%), inoltre, circa i due terzi degli eventi censiti sono di piccole dimensioni, con meno di 100 partecipanti. Più della metà ha durata non superiore ai due giorni.

La richiesta del mercato riguarda in particolare i servizi alberghieri e congressuali, location per eventi, servizi di trasporto, attività e team building, servizi tecnici ed audiovisivi, agenzie specializzate, allestimenti e catering. L’impatto economico della domanda a livello regionale è stato stimato essere pari a 200 milioni di euro l’anno.

I dati mostrano che nel complesso il settore MICE in Sicilia gode di buona salute nonostante importanti criticità, principalmente infrastrutturali, quali la mancanza di collegamenti aerei diretti, collegamenti stradali insufficienti, assenza di strutture congressuali adeguate alle esigenze del cliente, per giungere fino ad un rapporto qualità-prezzo non competitivo. Tutto questo espone la regione ad una forte competitività, soprattutto, degli altri paesi del bacino del Mediterraneo (Spagna, Tunisia, Grecia, Malta, Croazia).

Valentina Lino

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