Il fatto che i podcasts siano diventati popolari è ormai innegabile. La domanda che molti albergatori si pongono però è: dei contenuti audio, seppur ben curati e prodotti sulla base di strategie mirate, possono convertire l’ascoltatore in un ospite pagante? Alcuni big come InterContinental Hotels e Marriott Travelers hanno lanciato i loro contenuti audio per cercare di coinvolgere gli ospiti con metodi alternativi alla classica newsletter o gli inflazionati contenuti fotografici e video.
Il primo, lo scorso ottobre, ha lanciato “Stories of the InterContinental Life” (fino ad ora tre gli episodi disponibili), che si basa sul racconto della storica compagnia, facendo leva sui concetti di “fascino”, “mondanità” ed “empatia”.
Jason Moskal, vice presidente di “lifestyle brands” di InterContinental Hotel Groups, dice: “per creare un contatto con l’ospite che rimanga nel tempo, bisogna utilizzare un approccio multisensoriale, che preveda più canali come podcasts, digital, video e anche animazione”. Marriott International, cerca invece di porre l’attenzione degli ascoltatori sul “dietro le quinte” del mondo degli hotel, attraverso il design: fino ad ora due gli episodi disponibili, il primo parla di come le lobby degli hotel si sono evolute, il secondo del perché l’art hotel non sia mai stato particolarmente efficace. “Abbiamo visto i podcasts come una reale opportunità per creare un dialogo con i nostri team di interior design” dice Mark Graser, Direttore editoriale di Creative + Content Marketing del Marriot International, “si tratta di proporre un’esperienza completa, far capire il perché per quella camera è stato scelto quel design. Stiamo cercando di dirigere l’attenzione su una parte del mondo degli hotel che l’ospite non può conoscere, utilizzando un format che non sia il tradizionale articolo”.
Bisogna puntualizzare che quelle di cui abbiamo parlato fino ad ora sono delle realtà che possono permettersi (quantomeno economicamente), di sperimentare nuove strategie di content marketing con l’utilizzo di strumenti non tradizionali. Ma nel caso di una struttura di medie dimensioni, si può valutare il podcast tra le strategie su cui investire? “Può esserlo, se fatto bene” dice Joe Pulizzi, fondatore del Content Maketing Institute, facendo riferimento all’efficacia dei podcasts nel content marketing. “Per prima cosa bisogna creare la propria audiance online, generalmente tramite un blog o l’online content brand. Successivamente, una volta che si è stabilita l’audience, si possono utilizzare delle estensioni per far crescere il proprio brand. Il motivo sta nel fatto che un podcast standalone non potrà mai essere un elemento trainante senza una leale audience già presente”.
Le opinioni degli esperti convergono spesso verso un punto comune: il podcast non può essere una strategia di marketing a sé, ma deve far parte di un insieme di azioni che devono in primo luogo accrescere la fedeltà degli utenti. La conversione dell’utente in ospite pagante sarà un naturale processo legato alla “lealtà” creata in precedenza. A conferma di questa tesi, Moskal dice: “non abbiamo pensato allo storyrelling come marketing, ma come una intersezione con gli ospiti o potenziali ospiti, nella loro vita di tutti i giorni. Proponendo loro dei contenuti interessanti, c’è una alta probabilità che si possano incuriosire e ricordare di noi la prossima volta che programmeranno un viaggio”.